lunedì, luglio 13, 2020

Skyborg, la nuova era della guerra aerea

L’F-16 verrà sostituito da un velivolo senza pilota: secondo quanto pubblicato dalla rivista online Aviation Week & Space Technology, US Air Force (USAF) sarebbe, infatti, intenzionata a mettere in campo un nuovo drone da combattimento. Il sistema d’arma  Skyborg, questo il nome del progetto, dovrebbe essere operativo nel 2023 e prenderebbe il posto degli UAV tecnicamente meno avanzati, dei Reaper MQ9 e dei primi modelli della serie F-16. Skyborg sarà un velivolo riutilizzabile e comunque, se necessario, potrà essere sacrificato in combattimento. USAF prevede che la famiglia di duroni Skyborg sarà in grado di trasportare armi e partecipare attivamente al combattimento, una sorta di grande flotta aere “usa e getta” che non avrà bisogno di piste convenzionali per decollare ed atterrare. I velivoli saranno spinti sia da motori subsonici che supersonici ed utilizzeranno sistemi d’arma aria-aria ed aria-superficie. 

 

Originariamente il programma Skyborg era stato pensato come la realizzazione di un'intelligenza artificiale in grado di eseguire due funzioni: la prima, equivalente ad un software in grado di gestire un sistema robotico installato nella parte posteriore di un caccia X-Wing, era destinata ad essere una sorta di copilota progettato per aiutare il pilota “umano” durante l’intera missione, ed in particolare durante le fasi del combattimento. La seconda, quella attualmente più vicina alle esigenze della Forza aerea, era stata vista come un’intelligenza artificiale associata ad un drone da combattimento, un UAV che vola le missioni in coppia con i jet tradizionali, che partecipa attivamente all’azione di attacco, che funge da esca per i sistemi di difesa aerea, che svolge missioni ad alto rischio come attacchi al suolo contro obiettivi pesantemente protetti e che può essere utilizzato come scorta a velivoli disarmati quali i tanker, i cargo, i ricognitori e gli AWACS.

 

Altra  caratteristica richiesta allo Skyborg è la capacità di operare indipendentemente dalle basi aeree tradizionali. Le piste militari sono in genere lunghe due miglia o più e sono vulnerabili all'attacco nemico; Skyborg dovrà quindi avere le caratteristiche necessarie al lancio da piattaforme su rotaie e decollare con l’ausilio di piccoli missili. Completata la missione, volerà  in una zona designata e, una volta spento il motore, terminerà il rientro grazie all’ausilio di un  paracadute. Skyborg  dovrà perciò essere un aeroplano "attraente", un UAV a buon mercato progettato per volare con bassi i costi di gestione, caratteristica che metterebbe USAF in condizione di acquistare un gran numero di aerei e renderebbe il velivolo comunque sacrificabile, utilizzabile addirittura come arma kamikaze 

Reso pubblico per la prima volta nel 2019, il programma Skyborg dovrebbe essere realizzato in meno di cinque anni, un arco di tempo così breve da ricordare i miracoli degli anni '50 e certamente inaudito per gli standard di oggi. USAF potrebbe però giustifica l’urgenza con un quadro strategico in continua evoluzione e con la necessità di poter quindi richiedere lo sviluppo di nuovi droni in grado di affrontare rapidamente nuovi livelli di minaccia. D’altra parte, gli aerei da guerra con equipaggio sono diventati sempre più grandi, più difficili da sviluppare e più costosi. Il Joint Strike Fighter è l’ultimo esempio di compromesso raggiunto tra  “carenze accettabili” e “successo del programma”: ci sono voluti due decenni perché l’F-35  diventasse un buon aereo da combattimento, un caccia adatto all'ambiente operativo attuale che ha però  richiesto centinaia di modifiche e  uno  sforzo economico che alcuni addetti ai lavori ritengono impressionante. (IT Log Defence)  


Foto Wright-Patterson AFB: Kratos XQ-58 Valkirye

Foto Aviation Report: Boeing Loyal Wingman