Spina dorsale dell’Aegis Weapon System, il radar SPY-7 si avvale di una tecnologia deriva dal programma Lockheed Martin di discriminazione a lungo raggio (LRDR) delle minacce. Il radar è stato dichiarato livello di preparazione tecnica 7 dal governo degli Stati Uniti ed i prototipi sono pronti per l'implementazione operativa. Il SPY-7 utilizza come materiale di costruzione il nitruro di gallio (GaN), semiconduttore che consente un migliore raffreddamento del radar permettendo prestazioni eccellenti anche in caso di elevati carichi di lavoro. Anziché utilizzare una sola array di scansione, il radar integra migliaia di mini scanner che permettono la copertura a stato solido dell'area di sorveglianza; una struttura, basata su sub-array, che rende il radar facilmente aggiornabile con l'evoluzione della situazione operativa. Integrato nell’Aegis Combat System, l’AAJ utilizzerebbe, inoltre, i dati relativi alle possibili minacce contenuti nella Common Source Library (CSL) e grazie agli aggiornamenti software sarebbe compatibile con l’attuale flotta navale Aegis.
In alternativa alla soluzione proposta da Lockheed Martin, Raytheon offrirebbe invece il radar AN/SPY-6(V), sistema tridimensionale contro minacce aeree e navali da installare sui cacciatorpediniere della componente marittima delle Forze di autodifesa nipponiche (JMSDF). La scelta, che secondo la company del Massachusetts permetterebbe di risparmiare tempo e denaro, porterebbe il Giappone ad affrontare con maggiore tranquillità le nuove minacce missilistiche e gli attacchi provenienti da droni e velivoli stealth. Il radar avanzato SPY-6 ha recentemente completato gli ultimi test operativi ed è pronto per essere utilizzato su sette classi di navi della US Navy. Il sistema offre più tempo per reagire ed è in grado di identificare in modo rapido e ad una distanza maggiore più minacce contemporaneamente, consentendo di difendersi dall’attacco simultaneo di missili balistici, missili da crociera, aerei ostili e navi di superficie. Raytheon Missiles & Defense ha già sotto contratto nove cacciatorpediniere classe DDG-51 Arleigh Burke ed è pronta ad imbarcare il SPY-6 sull’unità lanciamissili USS Jack H. Lucas (DDG-125).
Nonostante i risultati raggiunti, in Giappone il SPY-6 potrebbe però trovare non pochi ostacoli: i critici sostengono che dedicare navi alla difesa antimissile sarebbe comunque un errore perché allontanerebbe le unità dai compiti a cui sono destinate e la spesa per l’acquisizione di nuovi cacciatorpediniere sarebbe comunque esorbitante, senza contare poi le sanzioni finanziarie nelle quali incorrerebbe il Paese a causa della cancellazione del contratto con Lockheed Martin. Una battaglia chiave per le due società sarà ottenere il sostegno del gruppo di esperti guidato dall'ex ministro della Difesa Itsunori Onodera che in settimana sarà chiamato a dare il proprio parere al Primo Ministro, Shinzo Abe. La sospensione da parte dell’attuale capo della Difesa, Taro Kono, del piano che prevedeva la realizzazione dei due siti Aegis sarebbe legata sia a motivi di sicurezza - pericolosità dei razzi lanciatori che accelerano i missili intercettori nella parte iniziale del volo e che una volta terminata la loro funzione potrebbero cadere sulle vicine aree abitate - sia all’aumento dei costi del progetto.
Sta di fatto che la Cina si sta rapidamente espandendo e migliorando il suo arsenale di missili balistici e nel 2017 la Corea del Nord ha testato un missile che ha sorvolato l'isola giapponese di Hokkaido. Con una potenza tre volte superiore la gamma di radar attualmente utilizzati dal Giappone, sia SPY-6 che SPY-7 migliorerebbero comunque la capacità del Paese di rilevare attacchi multipli. (IT Log Defence)
Foto Missile Defense Advocacy Alliance: AN/SPY-6(V)