lunedì, dicembre 18, 2023

Guerra Hamas-Israele: aggiornamento 9-16 dicembre

La scorsa settimana, nella Striscia di Gaza si è continuato a combattere su due fronti: a nord il focus degli scontri ha riguardato la città di Gaza, nei quartiere di Zeitoun, Shejaiya e Sheikh Radwan, e le vicine città di Beit Hanoun e Jabalia, dove le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno considerevolmente degradato il livello di operatività delle brigate combattenti di Hamas; a sud le milizie hanno cercato di rallentare l’avanzata israeliana con diversi attacchi, contro la prima linea dello Tzahal e contro le unità più arretrate impegnate nell’opera di bonifica e sgombero di Khan Younis. Su X (Twitter), il portavoce delle IDF in lingua araba ha continuato a pubblicare ordini specifici di evacuazione dalle aree di combattimento, in particolare modo da al Katiba, al Mahatta e dal centro della città di Khan Younis. Più di quaranta gli attacchi provenienti dal Libano e quasi cento gli scontri avvenuti in Cisgiordania, con un’escalation di violenza che sembra destinata a crescere e che potrebbe presto dar luogo alla nascita di un in un nuovo fronte di guerra urbana. Anche se meno intenso, è continuato il fuoco indiretto dei razzi da 114mm e 122mm verso il sud e il centro di Israele. L’8 dicembre, le Brigate Al-Qassam, ala militante di Hamas, hanno annunciato che nelle ultime 72 ore i miliziani avevano distrutto o parzialmente danneggiato 79 mezzi corazzati israeliani. La stampa internazionale ha rimbalzato informazioni rilasciate da una fonte militare di alto livello che alla radio dell’esercito israeliano avrebbe parlato di centinaia di razzi a medio e lungo raggio rimasti ancora in mano ad Hamas e ha osservato che il 2024 sarà un anno di continui combattimenti.

Striscia di Gaza

Per tutta la settimana il fronte principale dello scontro israelo-palestinese sono state le città di Khan Younis, Jabalia, Beit Hanoun e Gaza City, nei quartieri di Zeitoun, Shejaiya e Sheikh Radwan. A Khan Younis le milizie hanno continuato ad attaccare la linea più avanzata delle IDF, e sempre qui le truppe israeliane hanno individuato decine di ingressi alla rete sotterranea di tunnel che attraversa la città: trovato un quartier generale di Hamas e numerosi depositi di armi e materiale militare da combattimento. Il 9 dicembre sono stati ingaggiati tre miliziani palestinesi mentre uscivano da un tunnel ed è stata fatta irruzione all’interno di in una moschea da cui operava un’unità combattente di Hamas. Le Brigate al Qassem hanno rivendicato diversi attacchi nel sud della Striscia, contro le forze e i veicoli dello Tzahal: utilizzati RPG al Yasmin da 105 mm, razzi anticarro a carica tandem, ordigni esplosivi improvvisati (IED), mortai da 81 mm e 120 mm e armi leggere. Secondo i comunicati rilasciati dalle Brigate al Quds, ala militante della Jihad islamica palestinese (PIJ), nella stessa giornata sono anche stati presi di mira nove mezzi israeliani, due veicoli corazzati, un bulldozer e un carro armato gravemente danneggiato da un penetratore a forma esplosiva (EFP).

Gli attacchi sferrati in tutta la Striscia di Gaza, da Gaza City a Deir al Balah e Khan Younis, hanno visto i miliziani intrappolare un’unità delle le forze israeliane in un edificio; utilizzati anche mortai e razzi, soprattutto a sud. Scontri feroci anche a nord, a Beit Hanoun e Jabalia, dove le forze israeliane hanno fatto irruzione in una serie di edifici, e nei quartieri di Zeitoun e Shejaiya, con il ritrovamento di depositi di armi leggere, RPG, granate e munizioni nascoste all’interno di una scuola. Nelle stesse ore, le unità delle IDF hanno continuato ad avanzare verso al Sheikh Radwan, a sud-ovest della città di Jabalia: identificate le cellule dei combattenti palestinesi; richiesto il supporto aereo e l’intervento di droni. Trasmessi filmati che riprendono numerosi miliziani che si arrendono alle forze israeliane a Shejaiya ed a Jabalia. Il 9 dicembre sono stati, inoltre, registrati almeno cinque attacchi di fuoco indiretti verso il territorio israeliano. Le Brigate dei Martiri di al Aqsa, autoproclamata ala militante di Fatah, hanno rivendicato un attacco missilistico su una città israeliana vicino alla Striscia di Gaza, mentre le Brigate della Resistenza Nazionale, ala militante del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, hanno condotto un attacco missilistico contro obiettivi civili nel sud di Israele.

Il 10 dicembre, Israele ha posizionato, per la prima volta dall’inizio della guerra, elementi del Corpo d'artiglieria all’interno dell’enclave. Per orientare le operazioni nella Striscia di Gaza, le IDF hanno utilizzano il fuoco degli obici semoventi e dei lanciarazzi multipli sin dal primo giorno del conflitto. Richieste di supporto aereo alle manovre di terra nell’area di Khan Younis, mentre più a nord-est i combattenti delle Brigate al Qassem hanno fatto esplodere un EFP. Secondo le notizie diffuse dalla milizia, nell’attacco sarebbero rimasti uccisi 15 soldati israeliani, due dei quali con armi leggere. Sempre il 10 dicembre, le Brigate al Quds hanno condotto un attacco complesso contro una pattuglia israeliana che si trovavano all’interno di un edificio a nord-est di Khan Younis. La milizia ha, inoltre, rivendicato tre attacchi di mortaio contro le unità che avanzavano più ad est. Scontri anche a Bureij, dove le IDF hanno ingaggiato le Brigate della Resistenza Nazionale, e sulla strada cha da Osama Elnajjar porta a KhanYousis. Due gli attacchi indiretti contro Israele: le Brigate al Qassem e le Brigate al Quds hanno lanciato separatamente razzi contro un sito militare israeliano adiacente la Striscia di Gaza.

A Jabalia le milizie palestinesi hanno attaccato i veicoli militari israeliani mentre avanzavano verso la parte orientale della città ed hanno rivendicato diverse operazioni ad ovest del campo profughi, con IED e munizioni anticarro al Yassin contro i tank Merkava e i bulldozer corazzati D9R. La Brigate al Quassem hanno anche confermato due attacchi su al Fallujah Road, mentre un giornalista palestinese ha parlato di carri armati israeliani che avanzavano verso l’ospedale delle Nazioni Unite. Decine gli ingressi ai tunnel scoperti dalla 1ma Brigata “Golani” a Shejaiya , così come decine gli obiettivi attaccati dalla 188ma Brigata “Barak”; durante le operazioni di sgombero sono stati uccisi il comandante del battaglione Shejaiya e due comandanti delle Brigate della Resistenza Nazionale.. Le Brigate al Quds hanno, inoltre, diramato un bollettino secondo cui un combattente del “martirio” avrebbe fatto saltare in aria una casa nella quale si trovavano 13 soldati israeliani: questa è una delle poche rivendicazioni di “attacco suicida” eseguito nella Striscia dalle milizie palestinese. Sempre a Shejaiya, le Brigate al Quds avrebbero anche distrutto un carro armato israeliano con l’uso un ordigno EFP.

Secondo la radio dell'esercito israeliano, dall’inizio della guerra sarebbero morti tra i 6.000 e i 7.000 combattenti palestinesi, più di 12.000 quelli feriti; 800 i miliziani uccisi dalla scadenza della pausa umanitari. Nonostante alcune azioni combinate, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina sta facendo pressione affinché le milizie agiscano in modo più coordinato e ha chiesto la formazione di un comando unificato che affronti le operazioni militari israeliane. L’11 dicembre il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che i battaglioni Jabalia e Shejaiya di Hamas sono “sul punto di essere smantellati”. Nello stesso giorno le IDF hanno preso il controllo delle infrastrutture militari a Jabalia, compresi gli impianti di produzione di esplosivi, le strutture di addestramento e i depositi di armi: una perdita che potrebbe influire sulle capacità operative dei battaglioni di Hamas. Nel frattempo i miliziani palestinesi hanno continuato combattere a Shejaiya, dove le Brigate al Quds hanno attaccato la fanteria israeliana a distanza ravvicinata e hanno fatto esplodere un EFP contro un veicolo militare israeliano.

Le forze israeliane stanno, inoltre, hanno continuanto la loro avanzata nel sud di Beit Lahiya ed è qui che le Brigate al Qassem avrebbero lanciato un razzo termobarico contro un’unità delle forze speciali israeliane che stava operando all’interno di un edificio. A Khan Younis i palestinesi invece a resisto: le Brigate al Qassem hanno rivendicato tre attacchi di mortaio contro le forze israeliane che intanto si stavano postando in direzione nord-est. La milizia afferma di aver preso di mira un avamposto di combattimento e due carri armati israeliani utilizzando munizioni anticarro. Le Brigate al Quds hanno rivendicato, invece, due attacchi di mortaio, mentre le Brigate della Resistenza Nazionale si sono scontrate con le forze israeliane nell’area occidentale di Satar, a nord di Khan Younis. Secondo quanto diffuso dalla BBC, i carri armati israeliani starebbero avanzando lentamente verso la parte orientale di Khan Younis, dove Israele avrebbe catturato quattro villaggi. Dieci gli attacchi di fuoco indiretto contro lo Stato ebraico: sette i razzi lanciati da Hamas contro il sud del paese; tre quelli effettuati dalle Brigate al Quds, uno dei quali contro Tel Aviv. Nell’ultimo mese le forze israeliane avrebbero arrestato più di 500 combattenti affiliati alle milizie palestinesi, 350 di Hamas e più di 120 della PIJ

Il 12 dicembre, il portavoce in lingua araba delle IDF ha ribadito l'ordine di evacuazione ai residenti del nord e del sud della Striscia di Gaza, utilizzando la Salah al Din Road fino a Deir al Balah. Le forze israeliane hanno continuato le operazioni di sgombero a Zeitoun, Shejaiya e Jabalia. Esplosi non specificati ordigni improvvisati anti-carro contro sette veicoli delle IDF, con scontri contro le truppe arrivate in soccorso delle forze assediate, scontri che, secondo quanto diramato dalle Brigate al Qassem, avrebbero causato la morte di 11 soldati israeliani. Lanciato separatamente un razzo termobarico contro un’unità IDF nel quartiere di Sheikh Radwan. La marina israeliana ha confermato l’eliminazione diversi sottomarini senza pilota utilizzati da Hamas nei primi giorni di guerra. Il portavoce in lingua araba delle IDF ha, inoltre, riferito di diversi membri del personale navale di Hamas rimasti uccisi durante la guerra; tra loro sarebbe presente la maggior parte dei leader della forza navale di Hamas e centinaia di miliziani specializzati nella guerra navale.

Scontri anche nell’area di Khan Younis, dove le milizie avrebbero fatto esplodere diverse mine antiuomo del tipo Claymore e, secondo quanto diramato dalle Brigate al Qassem, avrebbero causato cinque vittime durante uno scontro ad al Qarara. Più a nord, le Brigate al Quds e la Brigata della Resistenza Nazionale avrebbero, invece, cercato di fermare l’avanzata delle IDF con quattro raffiche di mortaio e razzi. Secondo quanto riferito dalla BBC, le Forze di Difesa Israeliane hanno preso il controllo di gran parte parte delle quattro città principali a est di Khan Younis. Sono stati scoperti e distrutti numerosi siti di lancio e grandi depositi di armi ed è probabile che le forze israeliane siano già riuscite a ridurre la capacità di Hamas di condurre attacchi di fuoco indiretti contro Israele, dato coerente con la significativa diminuzione di razzi lanciati quotidianamente contro lo Stato ebraico dalle Brigate al Qassem. A conferma di quanto detto, dal 6 dicembre la milizia hanno condotto in media circa due attacchi di fuoco indiretti al giorno, in notevole calo rispetto alla media dei 12 attacchi registrati tra l’11 e il 16 ottobre.

Il 12 dicembre le IDF hanno recuperato i corpi di due israeliani tenuti in ostaggio nella Striscia di Gaza: Israele hanno affermato di aver subito diverse vittime durante l’operazione che ha portato all’identificazione della posizione dei corpi. L'ufficio del primo ministro israeliano ha rivisto il numero degli ostaggi nella Striscia di Gaza da 137 a 135. Funzionari statunitensi anonimi hanno riferito che le forze israeliane hanno iniziato ad allagare con acqua di mare i tunnel di Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo il Wall Street Journal, Israele avrebbe informato gli Stati Uniti sulla possibilità di allagare i tunnel e di assemblare cinque pompe a nord del campo profughi di  all’inizio di novembre. Aperto il valico di Kerem Shalom per controllare gli aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza: le autorità israeliane passeranno al setaccio i container prima che entrino nell’enclave attraverso il valico di Rafah. Sempre il 12 dicembre, Hamas ha condotto una complessa imboscata contro un’unità israeliana della forza di reazione rapida (QRF) nella kasbah di Shejaiya. L’azione ha avuto luogo mentre la pattuglia entrava all’interno di un complesso di tre edifici per un’operazione di sgombero. I combattenti di Hamas hanno fatto esplodere un IED e hanno sparato con armi leggere; perso il contatto con la squadra attaccata, le forze dello Tzahal che si trovavano nelle vicinanze sono intervenute e durante lo scontro sono morti cinque soldati israeliani. 

Il 13 dicembre, le IDF hanno affermato che le forze di terra, aeree e navali hanno attaccato oltre 250 obiettivi militanti e infrastrutturali in tutta la Striscia di Gaza. Le Brigate al Quds hanno reso noto che la milizia  si e scontrata con le forze israeliane nei quartieri di Sheikh Radwan, Rimal, Zeitoun e Shejaiya. I miliziani delle Brigate Qassem e delle Brigate al Quds avrebbero, inoltre, teso un'imboscata alle forze israeliane nell'area di Mughraqa. Le Brigate Al Nasser Salah al Din, hanno invece affermato di aver preso di mira le forze israeliane con armi leggere e ordigni esplosivi improvvisati nei quartieri di Zeitoun e Shejaiya, mentre le Brigate della Resistenza avrebbero fatto esplodere IED e sparato con armi leggere contro le forze israeliane a Shejaiya. Le forze israeliane hanno continuato a prendere di mira le infrastrutture militari di Hamas a Khan Younis: distrutti i centri operativi e gli avamposti di Hamas a Bani Suheila. L'IDF ha inoltre affermato di aver scoperto e distrutto un complesso sotterraneo vicino ad una scuola già teatro di scontri. I combattenti delle Brigate Al Quds hanno colpito con mortai le forze israeliane vicino alla Moschea di al Zalal, e le Brigate al Qassem hanno, invece, lanciato granate con propulsione a razzo e fatto esplodere EFP ad est di Khan Younis. Le milizie palestinesi nella Striscia di Gaza hanno condotto cinque attacchi di fuoco indiretti contro Israele. 

Il 14 dicembre le forze israeliane sono state impegnate in intensi combattimenti nei quartieri di Zeitoun e Shejaiya. Per colpire i carri armati e i veicoli militari israeliani, la milizia ha utilizzato RPG ed EFP. Anche altre milizie palestinesi che operano negli stessi quartieri hanno partecipato alle azioni. Le IDF hanno distrutto le infrastrutture delle milizie e hanno trovato armi nel campo profughi di Jabalia, oltre a dirigere un assalto con un elicottero contro una postazione di cecchini di Hamas. Le Brigate al Qassem hanno affermato che i loro combattenti hanno lanciato un razzo termobarico contro le forze israeliane in un edificio nel quartiere Sheikh Radwan, nella città di Gaza. La milizia ha anche preso di mira, con munizioni anticarro, tre tank e due bulldozer a sud-ovest di Jabalia e sei carri armati a Beit Lahiya. Il 14 dicembre, le milizie palestinesi hanno condotto contro Israele due attacchi di fuoco indiretti. Sia le Brigate al Qassem che le Brigate al Quds hanno rivendicato la responsabilità degli attacchi contro Sufa, nel sud di Israele .

Il 15 dicembre, le forze israeliane hanno preso il controllo del quartier generale del battaglione Shejaiya; per colpire i soldati israeliani, i combattenti palestinesi hanno tentato di far esplodere un IED all’interno di un tunnel. Diverse fonti militari israeliane riferiscano che il battaglione Shejaiya di Hamas è stato “smantellato” e ha perso le sue capacità di “comando e controllo”. Un giornalista israeliano incorporato nella Brigata Kfir avrebbe, invece, affermato che le forze di Hamas a Shejaiya stanno "conducendo una guerriglia" e non hanno "abbandonato la lotta". Combattimenti anche a Zeitoun, a Tuffah e nel quartiere di Sheikh Radwan. Le Brigate al Quds hanno, invece, rivendico un attacco a Beti Lahiya, dove avrebbero  preso di mira tre veicoli militari con proiettili tandem. Nella stessa area, le Brigate Abu Ali Mustafa hanno rivendicato uno scontro con le forze israeliane. Nel quartiere di Shejaiya, le forze israeliane hanno erroneamente identificato come una minaccia tre ostaggi israeliani probabilmente sfuggiti al controllo dei carcerieri. L’errore ha causato l’uccisione dei tre ragazzi; le IDF hanno confermato l'incidente e l'identità degli ostaggi.

Il 15 dicembre, le forze israeliane si sono imbattute in un'imboscata tatticamente sofisticata che ha coinvolto un sistema di altoparlanti installato all'esterno di una rete di tunnel che attraversa infrastrutture civili, tra cui una scuola, una clinica e una moschea. Durante l’operazione, i militari hanno identificato ordigni anticarro e un campo minato. Le Brigate al Qassem si sono scontrate con le forze israeliane all'interno di un avamposto di combattimento israeliano nell'area di Juhor ad Dik. Successivamente la milizia ha affermato di aver lanciato nella stessa località un razzo termobarico contro un edificio controllato da Israele. Il 15 dicembre i combattenti delle milizie palestinesi hanno rivendicato diversi attacchi di fuoco indiretti contro le forze israeliane a sud della città di Gaza. Le Brigate Al Qassem hanno fatto esplodere un IED a est di Khan Younis e le Brigate al Quds hanno pubblicato video che mostra i miliziani mentre colpiscono con colpi di mortaio le unità israeliane a est di Khan Younis. I media palestinesi hanno, infine, riferito di attacchi aerei contro le infrastrutture militari di Hamas vicino al confine tra Egitto e di scontri a fuoco ad est di Rafah. Le milizie palestinesi hanno condotto sei attacchi di fuoco indiretti contro Israele.

Il 16 dicembre le IDF hanno concluso l'indagine sull'uccisione accidentale di tre ostaggi da parte di un'unità israeliana a Shejaiya. L’esercito ha confermato che tre individui a torso nudo, successivamente identificato come ostaggi, sventolando una bandiera bianca, sono usciti da un edificio a diverse dozzine di metri da una posizione israeliana. Un soldato ha immediatamente aperto il fuoco contro i tre individui contravvenendo agli ordini permanenti delle IDF che vietano di sparare contro persone che si arrendono. Il fuoco del soldato ha ucciso due ostaggi e ne ha ferito un terzo. Il comandante di battaglione ha immediatamente dato l'ordine di cessate il fuoco, ma un altro soldato ha aperto il fuoco sul terzo ferito e ha ucciso il ragazzo . Il ministro della difesa israeliano e il capo di stato maggiore delle IDF si sono assunti la responsabilità personale della morte dei tre ostaggi.

Lo stesso giorno, i combattenti delle Brigate al Qassem hanno continuato ad attaccare le unità delle IDF posizionate nelle vicinanze di Juhor ad Dik, probabilmente dal rifugio sicuro di Hamas nel Governatorato Centrale della Striscia di Gaza. Diversi combattenti hanno fatto irruzione nell'avamposto di combattimento delle IDF e il gruppo ha affermato di aver ucciso dieci israeliani. Le stesse posizioni sono state bombardate dalle Brigate al Quds. Le forze israeliane hanno continuato le operazioni di sgombero a Shejaiya, Jabalia e Sheikh Radwan; terminato lo sgombero dell'ospedale di Kamal Adwan. Le forze israeliane hanno anche arrestato 90 combattenti. I miliziani hanno continuato ad attaccare le forze israeliane con granate, razzi termobarici e armi leggere a Sheikh Radwan: il comandante della 188a brigata ha affermato che dopo avere distrutto le infrastrutture di Hamas, la sua unità sta procedendo allo sgombero di Shejaiya. Durante le operazioni, combattenti palestinesi non specificati avrebbero sparato contro i soldati della 188a brigata da un tunnel situato vicino ad una scuola. In risposta, le IDF hanno distrutto l’accesso al tunnel. Il 16 dicembre le truppe israeliane hanno anche fatto irruzione in due scuole a Rimal, uccidendo 25 combattenti di Hamas e arrestandone altri 50. A sud, le Brigate al Qassem e le Brigate al Quds hanno bombardato la fanteria israeliana lungo una via di comunicazione a nord-est di Khan Younis: utilizzati RPG, mortai, ordigni esplosivi e razzi; ucciso un soldato israeliano. Il 16 dicembre le Brigate al Quds hanno condotto due attacchi di fuoco indiretto contro Sufa, nel sud di Israele.

Cisgiordania

Dal 9 al 16 dicembre, in Cisgiordania le forze israeliane si sono scontrate con i combattenti di al Aqsa decine di volte. Sette gli eventi registrati sabato 9 dicembre: tre sparatorie simultanee rivendicate dalle Brigate dei Martiri di al Aqsa ai checkpoint di Deir Sharaf, Awarta e Hatmar Shomron e scontri con ordigni esplosivi nei pressi di Gerico e Kafr Rai. Nella stessa giornata, si è anche tenuto a Tubas il funerale di un combattente palestinese morto negli scontri con le forze israeliane. Alla cerimonia hanno partecipato almeno 100 persone, alcune delle quali con bandiere e fasce di Hamas e della PIJ.

Il 10 dicembre il portavoce delle Brigate Al Qassem, Abu Obeida, ha minacciato ulteriori attacchi terroristici contro i civili israeliani; Obeida ha fatto riferimento a un attacco a fuoco condotto da due uomini armati ad una fermata dell'autobus a Gerusalemme il 30 novembre scorso. Il portavoce ha anche riconosciuto che Hamas ha una presenza militare in Cisgiordania e ha chiesto se Israele sia  veramente “in grado di eliminare [Hamas] nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme”. Intanto, le forze israeliane si sono scontrate con i combattenti palestinesi in cinque città, in tre località vicino a Nablus, a Tubas e ad Hebron. Le Brigate dei Martiri di Al Aqsa hanno affermato di aver sparato contro un posto di blocco israeliano in uno degli scontri a Nablus. Ventuno i palestinesi arrestati, confiscate armi leggere, munizioni, caricatori ed esplosivi.

L’11 dicembre, elementi legati alle Brigate dei Martiri di al Aqsa hanno sparato con armi leggere contro le forze israeliane in due attacchi separati vicino a Jenin; combattenti palestinesi non specificati hanno sparato contro un insediamento israeliano nel nord della Cisgiordania e un insediamento israeliano al di là del confine con Israele. Incitati dagli attivisti, i residenti della Cisgiordania hanno organizzato scioperi e manifestazioni diffuse in tutta la Cisgiordania, comprese le città come Qalqilya, Hebron, Jenin e Gerusalemme. Citando una fonte non specificata, la radio dell'esercito israeliano ha riferito che “presto” le IDF ridurranno le forze a guardia degli insediamenti in Cisgiordania di almeno un quarto. Un portavoce dell’esercito israeliano avrebbe commentato la notizia affermando che Israele sta lavorando per “preservare la longevità e la competenza” delle sue Forze nel tempo. Il ministro della Difesa israeliano ha aggiunto che le operazioni delle IDF in Cisgiordania sono secondarie rispetto alla Striscia di Gaza, ma che Israele sta adottando misure per “prevenire un’escalation” nella regione.

In Cisgiordania, tra il 12 e il 13 dicembre, le forze israeliane si sono scontrate con combattenti palestinesi 36 volte: 27 di questi scontri si sono verificati nel governatorato di Jenin. Le IDF hanno dichiarato di aver perquisiti 400 edifici, scoperti sei impianti dedicati alla produzioni di IED e arrestati centinaia di indiziati. Un attacco di droni delle IDF ha ucciso quattro combattenti delle Brigate dei Martiri di al Aqsa che stavano attaccando le forze israeliane a Jenin e a Nablus. I combattenti palestinesi hanno rivendicato diversi attacchi, sparando con armi leggere e utilizzando IED contro le forze israeliane in tre cittá. Sequestrate armi leggere, attrezzature per fabbricare bombe e IED disattivati. I media palestinesi hanno riferito che nell’arco di 48 ore le forze israeliane hanno arrestato 190 persone; tre le manifestazioni anti-Israele registrate ad Hebron. Hamas, che considera le operazioni israeliane a Jenin come un'estensione della “guerra globale di Israele contro il nostro popolo [palestinese]”, ha fatto circolare volantini in Cisgiordania chiedendo una protesta di massa per il 15 dicembre. Un think tank palestinese ha riportato i risultati di un sondaggio che mostra il sostegno palestinese ad Hamas in Cisgiordania quasi triplicato rispetto a settembre.

Il 14 dicembre, le forze israeliane si sono scontrate con i combattenti palestinesi nove volte. A Jenin, il battaglione Qabatiya delle Brigate al Qassem ha ingaggiato le IDF con armi leggere e IED. Scontri anche nel campo profughi. Le forze israeliane hanno condotto attacchi con droni uccidendo, secondo le autorità palestinesi, almeno due persone. Combattenti palestinesi si sono scontrati separatamente con le forze israeliane a Beita, vicino a Nablus. Dopo due giorni di operazioni, le IDF, lo Shin Bet e la polizia di frontiera hanno affermato di aver perquisito centinaia di edifici ed arrestato 60 persone, tra cui tre combattenti di Hamas; confiscate armi e distrutto rifugi sotterranei, posti di osservazione e laboratori di esplosivi. L’esercito israeliano ha affermato di aver ucciso più di 10 "terroristi" durante le sue operazioni a Jenin.

Il 15 e 16 dicembre i combattenti palestinesi si sono scontrati con le forze israeliane nove volte. Questo tasso di attività è inferiore alla media giornaliera di 9,7 attacchi al giorno. Il battaglione Jenin delle Brigate al Quds ha affermato di aver condotto un attacco utilizzando armi leggere ed esplosivi contro un posto di blocco organizzato a Mevo Dotan; collocato e fatto esplodere un ordigno esplosivo antiuomo in un veicolo militare israeliano. Questa è la prima volta che le Brigate al Quds rivendicano un simile attacco dall'inizio della guerra. Sabato, le forze israeliane si sono scontrate tre volte con i combattenti palestinesi intorno a Nablus. Le Brigate dei Martiri di al Aqsa hanno rivendicato due degli attacchi con armi leggere e uno con IED. Il gruppo ha anche rivendicato un attacco contro le forze israeliane vicino a Tulkarem. Le Brigate al Qassem hanno ribadito gli appelli affinché le milizie conducano attacchi contro le forze israeliane e contro i coloni in Cisgiordania. Come riportato da ISW, Hamas e le Brigate al Qassem hanno ripetutamente chiesto la rivolta e la mobilitazione generale in Cisgiordania, ma hanno ricevuto poca risposta. Il 16 dicembre, le IDF hanno, inoltre, eseguito raid notturni in Cisgiordania: l’Autorità per gli affari dei prigionieri ed ex prigionieri palestinesi, che fa parte dell’Autorità palestinese, ha affermato che le forze israeliane hanno arrestato 16 palestinesi.

Alta Galilea e alture del Golan

Tra il 9 e il 10 dicembre, Hezbollah e altre milizie appoggiate dall'Iran hanno condotto più di trenta attacchi contro obiettivi militari e civili nel nord di Israele. Con droni unidirezionali Hezbollah ha centrato una postazione delle IDF a Jal al-Allam, una postazione israeliana oltre confine a sud della città libanese di Naqura, e un quartier generale del comando dell'esercito israeliano, ferendo sei soldati. Lancio di missili Burkan anche contro i siti militari israeliani di Liman e Khirbet. Immediata la risposta delle IDF, con bombardamenti aerei in vari punti della zona di confine. L’artiglieria e l’aeronautica hanno preso di mira i siti di lancio responsabili dell'attacco, i centri di comando e controllo e altre infrastrutture appartenenti ad Hezbollah. Attaccate anche due unità che tentavano di lanciare missili anticarro verso Zerait e il Kibbutz Yiftach, nella Galilea orientale. Tre i droni intercettati dai sistemi di Difesa aerea. Nella notte di venerdì, un drone delle IDF ha preso di mira e ha colpito una cellula terroristica armata nel sud del Libano, nell'area di Har Dov. In risposta ai precedenti attacchi lanciati giovedì verso il nord di Israele, le IDF hanno anche colpito diversi obiettivi in Siria. Giovedì, un contadino israeliano era stato ucciso da un missile anticarro nella comunità di Mattat, nell'Alta Galilea. Il 10 dicembre la sezione libanese delle Brigate al Qassem ha lanciato razzi verso la parte nordoccidentale di Israele.

L’11 e il 12 dicembre Hezbollah e altre milizie appoggiate dall'Iran hanno attaccato nove città e posizioni militari israeliane. I media israeliani e palestinesi hanno riferito di altri due attacchi che hanno colpito obiettivi civili nel nord di Israele, inclusa la città non evacuata di Maalot Tarshiha, mentre Hezbollah ha lanciato munizioni guidate anticarro contro le forze israeliane a Metulla e razzi Burkan contro un sito militare israeliano. Il ministro del gabinetto di guerra israeliano ed ex ministro della difesa, Benny Gantz, ha dichiaro che l'accresciuta aggressività di Hezbollah potrebbe portare Israele a “rimuovere” la minaccia dal nord di Israele. La dichiarazione di Gantz è probabilmente una richiesta al Libano di attenersi alla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che pose fine alla guerra israelo-libanese del 2006 e creò una zona smilitarizzata in Libano tra la Linea Blu e il fiume Litani. Martedì, le milizie sostenute dall'Iran hanno effettuato 11 attacchi contro l’Alta Galilea, principalmente contro le posizioni militari israeliane. Combattenti non specificati hanno lanciato una salva di razzi contro la città di Kiryat Shmona e i media israeliani hanno riferito di un missile guidato anticarro che ha colpito un edificio civile a Baram, nel nord di Israele.

Tra il 13 e il 15 dicembre, Hezbollah e i gruppi filo-iraniani che operano nel Libano meridionale hanno attaccato l’Alta Galilea 25 volte. Hezbollah ha rivendicato 17 attacchi contro posizioni militari israeliane lungo il confine, inclusi due casi in cui sono stati utilizzati razzi Burkan. Sparati colpi di mortaio e razzi contro la caserma Ramim delle IDF. Combattenti palestinesi non identificati hanno condotto quattro distinti attacchi missilistici nel nord di Israele prendendo di mira aree civili. Le forze israeliane hanno intercettato un drone partito dal Libano meridionale; un secondo drone è caduto vicino a una postazione delle IDF. Hezbollah ha pubblicato una sintesi dei suoi attacchi contro Israele dall'inizio della guerra Hamas-Israele: dall’8 ottobre, il movimento sciita libanese avrebbe condotto in Alta Galile più  di 500 operazioni in oltre 50 località, un’affermazione coerente con i dati pubblicati dall’organizzazione di ricerca ISW (Institute for the Study of War).

Sabato 16 dicembre, le tensioni nel sud del Libano sono aumentate quando Hezbollah ha condotto diversi attacchi contro posizioni militari israeliane. Il Movimento sciita libanese ha condotto sei attacchi transfrontalieri contro il nord di Israele, con droni lanciati contro posizioni militari israeliane a Birkat Risha, attaccata due volte, Metula e vicino Margaliot, dove è stata colpita la caserma Ramim, centrata da due droni, uno dei quali è stato intercettato dalla difesa aerea, mentre l'altro ha colpito un gruppo di soldati uccidendone uno e ferendone altri due. L’attacco è stato filmato ed stato pubblicato come mezzo di propaganda. Secondo ISW, la crescente qualità dei video e della grafica delle mappe indica che in termini di professionalità le operazioni di Hezbollah lungo il confine israelo-libanese stanno migliorando, cosa che potrebbe favorire il reclutamento di nuovi miliziani. Sempre il 16, tre missili anticarro sono stati lanciati dal sud del Libano verso Israele, e le sirene d'allarme hanno suonato nella Galilea occidentale. Hezbollah ha anche annunciato attacchi contro un'unità di fanteria nella foresta di Ramim, la postazione militare di al-Radar, di fronte a Shebaa, e contro due case situato nell'insediamento di al-Manara, dove era stata avvistata la presenza di soldati israeliani. (This is Beirut)

Sul fronte libanese, tre raid aerei israeliani hanno preso di mira l'area di Jabal Blat, nel settore occidentale, Aitaroun e Maroun al-Ras. Inoltre, il fuoco dell’artiglieria israeliana ha colpito la periferia dei villaggi di Blida, Mays al-Jabal, Hula, Rab al-Talatine, Deir Mimas, Khiam, Kfar Kila, Hamames, Chqif a Kfarchouba, Wadi el-Slouki, Marwahin, Yaroun, Labbouneh, Naqoura, Hamoul e Wadi Hassan, tra Jebine e Majdel Zoun. Centrata anche l'area tra Rachaya al-Fekhar e Kfar Hamam, mentre una bomba è caduta vicino a una casa nei quartieri di Sbeih e Bir al-Msalbiyat. Dalla posizione israeliana di Birkat Risha, sono stati sparati colpi anche contro Aita al-Shaab e Ramya,. Un missile è esploso su Aitaroun e un altro su Dhaira, nel settore occidentale. Inoltre, il fuoco delle mitragliatrici ha preso di mira Abbassiyeh. Nel pomeriggio gli aerei di sorveglianza israeliani hanno aumentato i loro voli sui settori occidentale e centrale, arrivando fino al fiume Litani.

Fronte filo-iraniano

Nella settimana dal 9 al 16 dicembre, la Resistenza Islamica in Iraq ha condotto in Iraq e Siria una serie di “operazioni” contro le forze statunitensi. Queste fanno seguito a quanto accaduto il giovedì precedente, intorno alle 4:20 (01:20 GMT), quando tre razzi Katyusha lanciati in direzione dell’ambasciata americana a Baghdad sono caduti vicino al fiume Tigri, nei pressi del distretto che ospita gli edifici governativi e diplomatici, la così detta Zona Verde. Nessuna vittima o ferito e stessa modalità di attacco anche contro il Quartier Generale dei Servizi di Sicurezza iracheni. Con una dichiarazione del 10 dicembre, il segretario generale di Asaib Ahl al Haq (AAH), Qais al Khazali, ha ribadito il suo impegno ad espellere le forze statunitensi dall'Iraq e il gruppo Kataib Hezbollah (KH) ha dichiarato che intende aumentare la portata dei suoi attacchi contro gli obiettivi statunitensi in Iraq. Lo stesso giorno, il portavoce di KH, Abu Ali al Askari, si è congratulato con la Resistenza Islamica in Iraq per il l’attacco all'ambasciata americana a Baghdad. La dichiarazione di Askari arriva dopo che la Resistenza islamica in Iraq ha intensificato in modo significativo la sua campagna contro gli Stati Uniti. Secondo i servizi segreti statunitensi, dal 7 ottobre scorso, le organizzazioni terroristiche designate dagli USA Kataib Hezbollah e Harakat Hezbollah al Nujaba (HHN), sarebbero quelle che hanno condotto la maggior parte degli attacchi contro il personale della coalizione in Iraq.

Il 10 dicembre, la fregata multimissione francese FREMM Languedoc ha intercettato due droni Houthi mentre incrociava a largo della costa yemenita durante le operazioni di pattugliava del Mar Rosso. Allo stesso tempo, Israele ha condotto un attacco aereo contro il quartier generale delle Guardie della Rivoluzione Islamica a Sayyida Zainab, Damasco, e contro l'aeroporto internazionale di Damasco. Il giorno prima, il portavoce militare Houthi, generale di brigata Yahya Sarea, aveva annunciato che gli Houthi espanderanno i loro attacchi al traffico marittimo intorno al Mar Rosso e che questi includeranno tutte le navi che viaggiano verso Israele, indipendentemente dalla loro affiliazione nazionale. Sarea ha affermato che "se Gaza non riceve il cibo e le medicine di cui ha bisogno, tutte le navi nel Mar Rosso dirette ai porti israeliani, indipendentemente dalla loro nazionalità, diventeranno un bersaglio per le nostre forze armate". L'annuncio di Sarae fa seguito ai numerosi attacchi degli Houthi contro navi di proprietà israeliana e navi della marina statunitense attorno a Bab al Mandeb. Con il sostegno iraniano, gli Houthi intendono espandere i loro attacchi al traffico marittimo attorno allo Yemen . Il New York Times ha riferito che l’Iran gestisce una nave di raccolta informazioni nel Mar Rosso e che aiuta gli Houthi a identificare le navi da attaccare. Questo rapporto si riferisce probabilmente alla Behshad , una nave militare gestita dall'Iran al largo dell'arcipelago delle Dahlak.

Secondo fonti di stampa statunitensi, il 10 dicembre un gruppo non specificato di militanti avrebbe condotto due attacchi con droni unidirezionali contro le forze statunitensi in Siria orientale, e più esattamente contro il sito di supporto della missione Conoco e il giacimento petrolifero di al Omar. Le forze statunitensi hanno intercettato i tre droni utilizzati negli attacchi e la Resistenza Islamica in Iraq ha in seguito rivendicato la responsabilità dell’azione. Sempre il 10 dicembre, le forze di sicurezza cipriote hanno arrestato due iraniani con l'accusa di aver complottato l’assassinio di importanti cittadini israeliani che risiedono sull’isola. Israele ha dichiarato di aver contribuito all'operazione di identificazione e di arresto dei due individui.

L’11 dicembre, il consiglio politico di Harakat Hezbollah al Nujaba ha pubblicato una dichiarazione in cui chiede azioni politiche e militari simultanee per espellere gli Stati Uniti dall'Iraq. Il Consiglio ha invitato il parlamento iracheno, il governo centrale e non meglio specificate “forze politiche” a perseguire questo odbiettivo. La Resistenza Islamica in Iraq ha rivendicato un unico attacco missilistico contro le forze americane ad al Shaddadi, nella provincia di Hasakah, in Siria. Dal 18 ottobre, il gruppo ha invece rivendicato nove attacchi contro al Shaddad e 20 attacchi contro la base aerea di Ain al Asad, nella provincia di Anbar, Iraq. Asaib Ahl al Haq e Harakat Hezbollah al Nujaba hanno proclamato la loro adesione al concetto di Wilayat al Faqih, un sistema di governo in cui un leader religioso supremo garantisce la tutela dello Stato. L'11 dicembre, gli Houthi hanno condotto un attacco con missili da crociera antinave contro la petroliera norvegese STRINDA mentre stava incrociando nei pressi di Bab al Mandeb. Il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha affermato che il missile è stato lanciato dal territorio controllato dagli Houthi e che l'attacco ha provocato un incendio ma non ha provocato feriti; la USS Mason e la fregata multimissione francese FREMM Languedoc hanno fornito assistenza alla petroliera norvegese.

Il 13 dicembre, la Resistenza Islamica in Iraq ha rivendicato due attacchi con attacco droni, uno contro le forze statunitensi di stanza presso la guarnigione di al Tanf ed uno contro le forze statunitensi di stanza a Rukban. Gli Houthi hanno, invece, lanciato due missili balistici antinave contro un'unità battente bandiera delle Isole Marshall, questo dopo che i combattenti Houthi non erano riusciti a dirottare la nave. La Resistenza islamica in Iraq ha, inoltre, rivendicato la responsabilità di un attacco di droni unidirezionale contro le forze statunitensi in servizio ad al Shaddadi, provincia di Hasakah. Il 14 dicembre, gli Houthi hanno condotto un attacco missilistico vicino a Bab al Mandeb, contro la nave portacontainer danese battente bandiera di Hong Kong, Maersk Gibilterra. CENTCOM ha dichiarato che non ci sono stati feriti o danni derivanti dall'attacco missilistico. Lo United Kingdom Maritime Trade Operations (UKMTO) ha riferito che attori sconosciuti sono saliti a bordo di un'imbarcazione non specificata 700 miglia nautiche a est della costa di Bosaso, in Somalia: ricevuta una chiamata di soccorso dalla nave mentre veniva abbordata.

Tra il 15 dicembre e il 16 dicembre, la La Resistenza Islamica in Iraq ha rivendicato la responsabilità di quattro attacchi contro le forze statunitensi: il primo contro le truppe di stanza nella base aerea di Ain al Asad, in Iraq, gli altri tre, tutti in Siria, contro la zona di atterraggio di Rumalyn, nella provincia di Hasakah, contro la base statunitense Conoco Mission Support Site, nel nord-est paese, e contro il giacimento petrolifero di al Omar. Il 16 dicembre, gli Houthi hanno lanciato decine di droni contro obiettivi sensibili a Eilat, in Israele. CENTCOM ha dichiarato che la USS Carney ha abbattuto 14 droni tutti partiti da diverse aree dello Yemen controllate dagli Houthi. La difesa aerea egiziana ha anche intercettato un “oggetto volante” nel Golfo di Aqaba, vicino a Eilat, e la nave da guerra britannica HMS Diamond ha intercettato un singolo drone d'attacco sospettato di prendere di mira navi mercantili nel Mar Rosso. (IT Log Defence) 

Foto The Times of Israel