C’è il riserbo più assoluto sul nome dell’investitore, ma Piaggio ha ormai definito il profilo della società più idonea a rilevare Piaggio Aero Industries e Piaggio Aviation, le due aziende che operano all’interno di Piaggio Aerospace. Secondo fonti di stampa, le trattative stanno entrando nella fase finale, con il campo degli acquirenti ristretto ad un unico offerente, quello che Piaggio ha definito il più idoneo a rilevare gli assets. Quattro i criteri che hanno influito nella scelta del compratore: qualità del piano industriale, visione a lungo termine, conservazione dei posti di lavoro e valore dell'offerta. Rumors parlano di una cordata di imprenditori la cui maggioranza non sarebbe legata al settore aerospaziale, una soluzione che Piaggio comunque non ostacolerebbe per le ampie garanzie sul piano occupazionale offerte dal potenziale acquirente.
Originariamente la società con sede a Villanova d’Albenga aveva ricevuto 19 manifestazioni di interesse, un numero ridotto a cinque soggetti e quattro offerte non vincolanti presentate all'inizio del 2021 per le due società in amministrazione straordinaria che operano sotto il marchio Piaggio Aerospace e che fanno capo a Mubadala, fondo sovrano del Governo di Abu Dhabi che detiene il 100% del gruppo. Recentemente, Vincenzo Nicastro, commissario straordinario per la società entrata in amministrazione controllata alla fine del 2018, ha però ottenuto l'approvazione dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano per trattare con un singolo potenziale investitore. Si prevede che i negoziati dureranno circa un mese, con un’offerta finale “irrevocabile e vincolante” che dovrà, comunque, essere sottoposta ad una serie di revisioni e approvazioni governative, anche da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Mubadala Development entra come nuovo socio di Piaggio Aero Industries nel 2006, acquisendo il 35% del capitale. Il resto rimane nelle mani delle famiglie Ferrari e Di Mase (55%) e nel portfolio di alcuni istituti bancari e azionisti minori (10%). Dopo una breve risalita, l’azienda torna in crisi nel 2009, sempre a causa di un nuovo calo degli ordini. Nel novembre 2013 viene varato un nuovo aumento di capitale di 190 milioni di euro: partecipano Tata Limited, società britannica del gruppo industriale indiano Tata, Mubadala Development Company e il presidente di Piaggio, Piero Ferrari. Nel 2014, Piaggio Aero Industries diventa Piaggio Aerospace e passa sotto il controllo di Mubadala (75% in capo all’emiratina Mdc Pa Cooperatief e 25% in mano a Mubadala Development Company Pjsc). Fa eccezione l’1,95% rimasto a Pietro Ferrari che lo cederà a Mubadala in un secondo tempo. Malgrado lo sforzo finanziario e l’impegno delle maestranze, nel 2015 gli emiri si ritrovano, però, a fare i conti con un bilancio Piaggio Aerospace ancora pesantemente in rosso, con perdite per 149 milioni di euro, perdite che scendono a 79,5 milioni nel 2016. Nel dicembre 2018 Mubadala richiede per la società l’amministrazione straordinaria. Motivazione: “ la continua incertezza e le attuali condizioni di mercato fanno sì che la società non sia più finanziariamente sostenibile” (decreto di ammissione all’amministrazione straordinaria).
Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, Piaggio ha continuato a costruire il proprio portafoglio ordini, con contratti per 14 nuovi Avanti EVO - l’ultimo ordinato a marzo dal il fondo americano Off The Chain Capital - e un programma di modernizzazione che coinvolge i sistemi di bordo di 19 P.180 delle Forze Armate italiane. L’interesse per il gruppo e per il suo potenziale di crescita è sempre stato alto, lo dimostrano le manifestazioni di interesse presentate da tutto il mondo, in particolare dal Nord America, dall'Europa e dall'Estremo Oriente. (IT Log Defence)
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