Questo è il terzo attacco a danno delle basi aeree ucraine, operazioni che Mosca mette in atto per cercare di paralizzare la controffensiva di Kiev. Il 4 giugno era stato centrato un piccolo aeroporto situato nell’Oblast di Kirovohrad, la base aerea di Kanatove, colpita dalle forze russe con l’impiego di cinque droni Geran-2, partiti dalla regione di Bryansk, e di sei missili Kh-101/Kh-555 lanciati da bombardieri strategici Tu-95. Due i missili andati a segno, con danni ai posti comando, alle stazioni radar, alle attrezzature e ai depositi di munizioni; gli analisti militari russi affermano che durante l’attacco sarebbero stati, inoltre, distrutti due Su-24MR, bombardieri tattici che utilizzano i missili da crociera a lungo raggio Storm Shadow, sistema d’arma fornito da Londra che potrebbe avere un ruolo fondamentale per il successo della controffensiva di Kiev. Il 29 maggio 2023, prima ancora che gli ucraini sferrassero il contrattacco, la Russia aveva invece colpito la base aerea di Starokostiantyniv, nella regione di Khmelnytsky, sede dei bombardieri Su-24MR, danneggiando gravemente la pista e un deposito di carburante e munizioni e distruggendo cinque caccia.
Il perché degli attacchi alle tre basi aeree ucraine è presto detto: limitare la capacità dell'aviazione nel sostenere la controffensiva di terra, una strategia vitale che nel prossimo futuro potrebbe intensificarsi in modo significativo e che ha come obiettivo la completa neutralizzazione delle capacità aerea ucraine. La minaccia è rappresentata dal fatto che UAF sta coordinato con successo le missioni SEAD e OCA, utilizzando in modo proficuo i missili HARM per distruggere i sistemi di difesa aerea che i russi impiegano per intercettare gli Storm Shadow, un sistema d’arma che, grazie alla gittata e alle tecnologie che ne schermano la presenza in volo, permette di colpire in profondità obiettivi sensibili di alto valore strategico.
In effetti, come prima conseguenza degli attacchi alle basi di Starokostiantyniv e Kanatove, si è registrata una significativa riduzione delle operazioni aeree ucraine, un problema che, se non risolto, potrebbe avere delle ripercussioni sugli esiti finali della campagna di terra. Infatti, se l’esercito di Kiev dovesse sfondare [cosa non improbabile] e stabilire una testa di ponte attraverso le posizioni difensive russe, UAF sarebbe chiamata a sostenere lo sforo bellico attaccando le linee di comunicazione nemiche per isolare le forze russe che si oppongono alla spinta offensiva.
Per neutralizzare la capacità aerea ucraina, Mosca sta perciò spostato l'attenzione dall'interdizione delle linee di rifornimento agli attacchi in profondità, colpendo hangar, posti comando, stazioni radar, attrezzature e depositi di carburante e munizioni, e tralasciando altresì le piste, obiettivi ritenuti non più paganti vista la rapidità con la quale possono essere riparati grazie alle attuali tecnologie. Tuttavia, affinché questa strategia risulti efficace, è necessario che gli attacchi siano adeguatamente sostenuti da una frequenza quasi giornaliera. La domanda allora è: la Russia ha scorte missilistiche sufficienti per poter far fronte ad una simile operazione per i prossimi due o tre mesi?
(IT Log Defence)
Foto The Eurasian Times