giovedì, ottobre 19, 2023

Guerra Hamas-Israele: aggiornamento 17-18 ottobre

Giorno 12 dall'inizio del conflitto: sul fronte meridionale IDF continua a rispondere agli attacchi di Hamas, allo scopo di smantellare ed eliminare le capacità militari e logistiche dell'organizzazione paramilitare che controlla la Striscia. Neutralizzati Aymen Nofal, comandante della divisione centrale di Hamas a Gaza, e Osama Mazini, capo del Consiglio della Shura e responsabile dei prigionieri e delle attività terroristiche di Hamas. Nelle ultime 48 ore gli aerei da combattimento israeliani hanno colpito più di 200 siti, centri di comando operativo, avamposti e infrastrutture militari a nord di Rafah, Jabalya e Khan Yunis e Zeitoun, distretto meridionale di Gaza già occupato da Tsahal durante la guerra israelo-palestinese del 2008-2009. Attaccate decine le sedi di agenti terroristici e i nascondigli appartenenti all'organizzazione terroristica Hamas e alla Jihad islamica palestinese (PIJ), una serie di tunnel e una filiale bancaria utilizzata per finanziare attività terroristiche. 

Nonostante gli impedimenti messi in atto da Hamas, IDF continua a sollecitare gli abitanti di Gaza a spostarsi a sud, evacuando verso una zona umanitaria sita nell'area di Al-Mawasi, a sud di Wadi Gaza. In questi giorni la marina israeliana continua ad appoggiare  le operazioni di terra con attacchi mirati a colpire una lista di obiettivi, incluse le postazioni operative e i depositi di armi. Distrutti numerosi comandi e postazioni di lancio, compreso il centro di comando di Ali Qadi, uno dei comandanti delle forze “Nukhba” eliminato diversi giorni fa. Martedì, alle 18:59 ora locale (16:00 GMT), è stato poi colpito l'ospedate Al-Ahli di Gaza City, causando 471 vittime. Le autorità palestinesi, controllate da Hamas, hanno immediatamente incolpato Israele sostenendo che si era trattato di un attacco aereo deliberato. Un video di 20 secondi circolato sui social media che mostra l'esplosione è stato però la prima prova significativa sull'incidente. Le riprese in diretta della rete Al-Jazeera andate in onda alle 19:00 ora locale mostrano, infatti, la scia del razzo che si alzava nei cieli sopra Gaza;  probabilmente lanciato dalla PIJ dal cimitero retrostante l'ospedale, il razzo lampeggia due volte prima di cambiare drasticamente direzione e cadere a terra per poi esplodere. 

In altri filmati emersi sui canali dei social media, che mostrano quella che sembra essere la stessa esplosione da diverse angolazioni e distanze, si puoi sentire il sibilo di un proiettile in arrivo, seguito da un'esplosione e da un enorme incendio. Parte importante delle prove è il cratere, completamente diverso da quelli causati dai bombardamenti israeliani, e la mancanza di frammenti di un missile, prova fondamentale per identificare l'origine del proiettile. Infine, IDF ha rilasciato una registrazione di quella che sembra essere una conversazione intercettata tra due militanti di Hamas in cui si riconosce che l'ospedale è stato colpito da un proiettile sparato dalla Jihad islamica palestinese. Nonostante tutto, il lancio di razzi da Gaza contro il sud di Israele è continuato anche il mercoledì: nel corso di questa guerra, quasi cinquecento dei 7.000 razzi lanciati dalla Striscia contro lo Stato ebraico sono caduti in territorio palestinese. Nelle ultime ventiquattro ore, IDF ha eliminato altri due importanti agenti terroristici di Hamas: Muhammad Awdallah, comandante del sistema missilistico anticarro della Brigata della città di Gaza, e Akram Hijazi, un terrorista delle forze navali di Hamas e trafficante di armi e fondi del terrorismo. 

Dopo diversi giorni di combattimento, la mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti e il supporto di un vasto sforzo logistico, le forze IDF continuano a prepararsi per attuare un’ampia gamma di piani offensivi. Diversi battaglioni di riserva sono stati mobilitati per missioni di difesa delle comunità che vivono nell'area circostante la Striscia di Gaza. Mentre IDF sta dispiegando tutte le misure operative e di intelligence per garantire il ritorno dei 199 israeliani che si trovano i nelle mani dei  gruppi armati palestinesi, Hamas continua ad utilizzare le attività di terrorismo psicologico diffondendo i video relativi  agli ostaggi israeliani. Continua, inoltre, il lancio di razzi verso il sud e verso il centro di Israele, con sirene che suonano a Tel Aviv, Gerusalemme, Rishon Le'Tzion, Be'er Sheva e in tutto il sud del Paese. La difesa missilistica attiva, combinata con misure di difesa missilistica passiva, come i rifugi antiaerei, continua comunque a dimostrarsi efficace. 

A nord, IDF non cessa di  rispondere agli attacchi di Hezbollah contro siti civili e militari israeliani. Martedì pomeriggio, due missili anticarro sono stati lanciati verso il territorio israeliano vicino al Kibbutz Yiftah e quattro terroristi sono stati neutralizzati durante un tentativo di infiltrazione nel nord, mentre obiettivi di Hezbollah sono stati colpiti in risposta al lancio di missili anticarro e ad ulteriori colpi di arma da fuoco. Sempre martedì mattina, è stato sventato un attacco con missili anticarro contro una postazione IDF vicino alla città di Metula. Inoltre, un missile anticarro è stato lanciato contro una postazione IDF lungo il confine con il Libano. Sono stati registrati anche colpi di armi leggere verso una serie di siti lungo la recinzione di confine ed è stato segnalato il tentativo di un UAV di entrare nello spazio aereo israeliano. 

Ieri le sirene hanno suonato su tutto il sud di Israele, a Tel Aviv e anche più a nord. IDF e il Ministero della Difesa continuano l'evacuazione dei residenti he vivono sia nel sud di Israele che di coloro che vivono nell'area compresa tra 0 e 2 chilometri dal confine libanese. Secondo fonti israeliane, ad oggi Hezbollah dispone di circa 130 mila tra missili e razzi: da attacco terrestre, anti carro, anti aerei e anti nave, di costruione iraniana, russa e cinese. Inoltre, va considerato il pericolo derivante dalla possibilità che le armi chimiche siriane possano cadere nelle mani del movimento sciita libanese o di altre milizie che lo fiancheggiano e che operano nel Libano meridionale. Secondo un rapporto diffuso ai media da Alma Research and Education Center, l'agenzia governativa siriana CERS, Centro Studi e Ricerche Scientifiche, che ufficialmente appare come un istituto di ricerca scientifica civile, è passato sotto il controllo quasi assoluto dell'Iran ed è attualmente gestito dagli Hezbollah libanesi.

Il rapporto affermava che il CERS si avvaleva del lavoro di circa 20 mila tra ufficiali ed esperti siriani nella produzione di armi di ogni tipo, comprese le armi chimiche. Con il passare del tempo e con l’obiettivo di sviluppare e produrre di missili e razzi di precisione, missili da crociera e veicoli aerei senza pilota (UAV), il Centro è però gradualmente passato nelle mani dell'Iran. Fondato negli anni '80, il CERS dispone di diverse strutture sparse in tutta la Siria e secondo il rapporto le scorte di armi lasciate nei siti – siano essi missili, razzi o colpi di mortaio armati con armi chimiche come gas nervino – potrebbero essere trasferite, in caso di guerra con Israele, ad Hezbollah. (IT Log Defence) 

Source IDF, Alma

Foto: IDF, Alma, BBC