A nord, per preservare la flessibilità operativa delle truppe IDF contro la minaccia Hezbollah, continua l’evacuazione dei civili: ai 30.000 residenti già allontanati dalle città di confine, si sono aggiunti altri 22.000 israeliani costretti ad abbandonare Kiryat Shmona. Continuano, intanto, gli attacchi missilistici e i tentativi di infiltrazione dal sud del Libano, minacce alle quali IDF risponde con l’artiglieria e l’aviazione colpendo i siti militari e le posizioni operative e di intelligence dell’organizzazione paramilitare sciita. Giovedì notte, in risposta agli attacchi diretti lungo il confine contro forze di fanteria israeliana, sono state colpite diverse posizioni Hezbollah e un UAV delle Forze di Difesa Israeliane ha centrato un’unità sciita che si appresta a lanciare un missile anticarro contro una postazione Tzahal; venerdì, un attacco aereo ha colpito il villaggio di Houla e tre miliziani precedentemente identificati nella zona del confine sono stati uccisi, mentre i cecchini hanno preso di mira i terroristi che operavano nella stessa area.
Missili anticarro Hezbollah sono stati lanciati contro le comunità settentrionali di Rosh HaNikra, Kibbutz Manara e Dvorit; sono stati segnalati anche spari contro Zar'it. L’agenzia di stampa libanese, National News, ha riferito che sabato sera i bombardamenti si sono intensificati attorno a una postazione dell'esercito israeliano di fronte al villaggio libanese di Yaroun. Hezbollah riferisce che sei dei suoi combattenti sono stati uccisi, portando a 10 il totale dei militanti libanesi uccisi dal 7 ottobre. Nella stessa notte, un drone israeliano ha lanciato un missile nell'area di Sejoud, a circa 20 chilometri (12 miglia) a nord del confine israeliano. Hezbollah non ha confermato immediatamente l’attacco, ma se fosse vero segnerebbe una grave escalation del conflitto poiché l’area in questione si trova nel profondo del Libano e lontano dal confine.
Secondo funzionari Hezbollah, sono migliaia di libanesi in fuga dal conflitto in corso: da quando Hamas ha avviato l’operazione Al-Aqsa Flood , più di diecimila civili sarebbero stati costretti ad allontanarsi dai villaggi prospicienti il confine con Israele. I più colpiti dagli effetti della guerra sarebbero gli abitanti di Nabatieh e quelli del Governatorato del Sud. Alcune famiglie avrebbero lasciato le loro case fin dall’8 ottobre, primo giorno degli scontri tra Hezbollah ed Israele, e si sarebbero trasferite nella capitale Beirut, mentre almeno cinquemila persone avrebbero trovato riparo a Tiro, storica roccaforte Hezbollah. Molti i civili costretti ad utilizzare come ricovero le moschee e le scuole, luoghi anche spesso identificati come basi operative dell’organizzazione paramilitare islamica sciita e anti Sionista libanese per il lancio dei missili.
Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha riferito che le unità US Navy presenti nel Mar Rosso settentrionale hanno intercettato tre missili da crociera da attacco terrestre e diversi droni lanciati dalle forze Houthi nello Yemen. Secondo fonti siriane, nel mese ottobre l’aviazione israeliana avrebbe bombardato le postazioni militari di Deir Az Zor e gli aeroporti di Damasco e Aleppo: gli attacchi punterebbe ad intensificare gli sforzi per impedire la spedizione di missili ed armi leggere dall'Iran agli alleati mediorientali, primo fra tutti Hezbollah che già controlla numerosi siti siriani deputati alla produzione di armi chimiche.
Hezbollah conta su una forza regolare e su più di 50 mila riservisti ed è dotato di un arsenale ad alto potere distruttivo. Tra le unità di élite va segnalata la forza Radwan, un commando con esperienza di combattimento nei conflitti in Siria formato da circa 2.500 combattenti, e il sostegno esterno degli attivisti sciiti preparati in Iran, compresi quelli dei paesi vicini come Afghanistan, Pakistan, Siria e Iraq che hanno già notevole esperienza di combattimento. Il vasto arsenale comprende circa 150.000-200.000 razzi, bombe da mortaio e missili, di cui centinaia di missili di alta precisione e altamente distruttivi, particolarità che durante un conflitto obbligherebbe Israele a deviare i sistemi di contromisure verso una protezione mirata delle infrastrutture civili e militari.
Esistono stime diverse riguardo all'entità dell'arsenale missilistico di Hezbollah: una stima basata su pubblicazioni pubbliche dichiara che Hezbollah possiede circa 40.000 razzi Grad, con una gittata corta di 15-20 km, circa 80.000 razzi Fajr 3 e 5, Khyber, o Ra'ad 2 e 3, con gittata medio-lungo raggio fino a 100 km, e circa 30.000 razzi e missili Zelzal o Fatah 110 (M600) a lungo raggio, con gittata fino a 200-300 km. Inoltre, l'organizzazione combattente sciita ha ricevuto dalla Siria un numero limitato di missili Scud C e D, con una gittata di 700 km, ed è in possesso di un numero rilevante di missili terra-aria C802, fabbricati in Cina, e Yakhont di fabbricazione russa, di missili anticarro Kornet sofisticati e di missili antiaerei SA-17 e SA-22, in grado di colpire UAV ed elicotteri. Diverse centinaia di proiettili Fatah 110, che trasportano circa 500 kg di esplosivo, sono poi dotati di precisi meccanismi di navigazione basati su GPS. Hezbollah comprende, inoltre, una forza combattente dotata di UAV, la maggior parte dei quali auto prodotti e destinati a missioni di attacco e intelligence fino a un raggio di 400 km, e centinaia di droni per varie missioni tattiche. (IT Log Defence)
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