martedì, novembre 14, 2023

Guerra Hamas-Israele: aggiornamento 13 novembre

Hamas non ha più il controllo di Gaza. Pubblicata la foto che ritrae i soldati della Brigata Golani mentre issano la bandiere israeliane all'interno del parlamento palestinese a Gaza City. L'immagine arriva dopo una dichiarazione del ministro della Difesa israeliano, Yoav Galant, il quale afferma che "Hamas ha perso il controllo di Gaza" e che i terroristi stanno fuggendo a sud mentre i civili saccheggiano le basi delle milizie del Movimento di liberazione palestinese. Parlando dei significativi progressi ottenuti dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), Gallant ha, inoltre, espresso fiducia nell'efficacia della strategia fino ad ora adottata, sottolineando il livello di precisione e di letalità e coordinamento dimostrati dalle forze aeree, marittime e terrestri durante tutte le fasi dell'operazione. Il Ministro della Difesa israeliano ha, in fine, affermato che le IDF hanno raggiunto il centro di Gaza City e che stanno avanzando per raggiungere gli obiettivi sulla base di considerazioni strategiche: "Lavoriamo in base ai compiti, non abbiamo orologi, abbiamo obiettivi". In relazione ai recenti sviluppi, Galant ha sottolineato gli sforzi condotti contro la rete di tunnel e contro i miliziani che vi si nascondono: "Questo farà uscire i terroristi dai tunnel, e una volta lì, o verranno eliminati o si arrenderanno incondizionatamente, non esiste una terza opzione". "Raggiungeremo i nostri obiettivi, prima di tutto la vittoria completa su Hamas e il ritorno dei rapiti alle loro case". 

A livello operativo, Israele continua ad operare per proteggere e ripristinare la sicurezza dei civili israeliani, nonché per ridurre al minimo i danni per gli abitanti di Gaza. Per consentire l’evacuazione dei civili, sono garantiti corridoi umanitari sulla rotta Salah Al-Din che collega Gaza City alle aree a sud di Wadi Gaza, e pause tattiche, limitate nel tempo e ad alcune zone predefinite (Jabalia, Ezbet Mallin). Nonostante l'azione di Hamas, che punta a bloccare la fuga dei civili, le IDF stanno consentendo l'uscita dagli ospedali Shifa, Rantisi e Nasser e un passaggio sicuro verso Wadi Gaza è stato aperto dall'ospedale Shifa attraverso Al-Wahda Street fino all'incrocio con Salah Al-Din. Come risultato dalle informazioni rilasciate dalle IDF, sono oltre 900.000 i civili che da Gaza e dal nord della Striscia si sono spostati a sud. E sono 850.821 i camion che fino a tutto l'11 novembre hanno portato aiuti umanitari all'interno dell'enclave, circa 65 al giorni contro i 650 previsti in tempo di pace: consegnati alle agenzie delle Nazioni Unite e alle Organizzazioni umanitarie che operano all'interno della Striscia più di 6.000 tonnellate di cibo, 2.500 tonnellate di forniture mediche e 1.200 tonnellate di tende e materiali per la costruzione di rifugi. Le IDF stanno anche fornendo nell’area sud della Striscia condutture idriche e oltre 2 milioni di litri di acqua al giorno. 

Sul campo, le IDF stanno conducendo operazioni simultanee di terra, aeree e navali, e stanno circondando Hamas nel nord di Gaza; il settore è sotto il controllo della 401a, 188a e 551a Brigata, che continuano ad operare in tutto il quadrante settentrionale della Striscia. Dozzine di armi e dispositivi militari sono stati ritrovati dalle unità della Marina militare israeliana durante le ricerche subacquee a largo dell’enclave: sono state rinvenute un gran numero di armi e dispositivi militari, ordigni esplosivi, cinture esplosive, munizioni e gommoni. Dall'inizio del conflitto sono stati colpiti più di 15.000 obiettivi, neutralizzando gran parte dei vertici militari di Hamas. Nelle ultime 72 ore, sono stati eliminati: Ahmed Siam, comandante della compagnia Naser Radwan di Hamas e responsabile di aver tenuto in ostaggio circa 1.000 residenti e pazienti di Gaza presso l'ospedale di Rantisi; Mohammed Kahlout, capo dei cecchini di Hamas nel settore settentrionale; Ahmed Musa, comandante di compagnia e alla guida dei terroristi che il 7 ottobre hanno attaccato il kibbutz di Zikim; Omaer Al-Hind, comandante di plotone di Hamas; Munir Hareb, capo degli affari pubblici della brigata Rafah. 
 
Inoltre, sono stati uccisi il capo dell'unità missili anticarro della Brigata Khan Yunis, Yaakub A'ashur, l'ex capo dell'intelligence militare di Hamas, Mohammed Khamis Dababash, il comandante della compagnia di assistenza al combattimento delle forze speciali a Beit Lahia, Tahsin Muslem, e l’ufficiale investigativo dell'intelligence di Hamas a Zaytun, Jihad A'azem. Individuato e distrutto un tunnel sotterraneo e colpiti numerosi depositi di armi e obiettivi militari sensibili all'interno dell'area di Al-Shati, principale obiettivo delle IDF; eliminate diverse cellule asserragliate all'interno di abitazioni civili, scoperto un gran numero di infrastrutture e trovate oltre 6.000 armi e materiale bellico nascosti nelle stanze dell’università, in edifici pubblici e residenziali, in moschee e scuole. Un caso degno di nota è quello della moschea di Abu Bakr, nella quale Hamas ha immagazzinato un’enorme quantità di esplosivi e dispositivi incendiari. 

Oltre al continuo lancio di razzi e missili sul sud e il centro di Israele, Hamas sta prendendo di mira le truppe israeliane che operano in zona di combattimento: i soldati della 188a Brigata sono stati attaccati  con armi da miliziani posizionati all’interno e fuori  l'ospedale Al-Quds. Durante lo scontro a fuoco, alcuni terroristi sono usciti dagli edifici adiacenti l'ospedale e si sono uniti allo scontro nascondendosi tra i civili, per poi rifugiarsi all'interno della struttura sanitaria. In relazione alla stessa azione, le Forze di Difesa Israeliane hanno diffuso filmati che mostrano i terroristi di Hamas che sparano con due lanciagranate (RPG) dall'ingresso dell'ospedale Al-Quds di Gaza City. Nelle stesse ore, le truppe di terra del Tzahal sono entrate nella residenza di un anziano operativo della Jihad islamica a Beit Hanoun e hanno localizzato un gran numero di armi nella stanza di un bambino. Nel corso di un'ulteriore attività operativa, le truppe hanno rinvenuto nella stessa area l'ingresso di un tunnel, materiali di intelligence appartenenti all'organizzazione terroristica Hamas e armi. 
 
Sul fronte settentrionale, Israele continua a rispondere al lanci di razzi e missili provenienti dal Libano e dalla Siria, area dove stanno confluendo numerosi combattenti sciiti in arrivò da Iran e Iraq. Nella zona di Dovev il lancio di missili anticarro ha causato il ferimento di numerosi civili, mentre colpi di mortaio partiti da Yarin hanno colpito aree abitate a pochi chilometri dal confine. Venerdì 10 novembre, tre UAV si sono infiltrati nel territorio israeliano dal Libano: uno è stato intercettato ed abbattuto, gli altri due sono caduti in area aperta. Inoltre, missili anticarro sono stati lanciati dal Libano verso una postazione delle IDF nella zona di Manara,  un razzo è caduto in area aperta nella zona di Margaliot e nella notte un velivolo israeliano senza pilota che sorvolava la linea di confine è stato oggetto del fuoco nemico. Neutralizzate numerose cellule riconducibili a gruppi legati ad Hamas e alla Jihad, e distrutte infrastrutture terroristiche, depositi di armi, centro di comando operativo, rampe di lancio e strutture militari utilizzate dai miliziani di Hezbollah, oltre a target di interesse sia in Libano che in Siria. 
 
Un totale di 32 "aerei militari stranieri" sono atterrati all'aeroporto di Beirut e nella base di Hamat, nel nord del Libano, tra il 7 ottobre, data dell'inizio del conflitto tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza e nei territori circostanti, al 10 novembre. Lo ha riferito il quotidiano libanese "Al Akhbar", aggiungendo che le dimensioni consistenti di alcuni dei velivoli in questione hanno sollevato interrogativi circa "la natura di queste attività". Secondo lo stesso quotidiano, il sito web "Intelsky", specializzato nel monitoraggio del traffico aereo militare, ha osservato "un'intensa attività di velivoli militari stranieri che il Libano non conosceva da anni". Tra l'8 ottobre e il 10 novembre, secondo Intelsky, alla base di Hamat sono atterrati 32 aerei, di cui nove appartenenti alle forze aeree statunitensi, olandesi e britanniche. Altri 23, invece, di proprietà delle Forze armate francesi, spagnole, canadesi, italiane, spagnole e saudite, sono atterrati alla base riservata ai voli militari e diplomatici a ovest dell'aeroporto di Beirut. 
 
Una nave inviata dal governo francese getterà l'ancora al largo della penisola egiziana del Sinai questa settimana e funzionerà da ospedale per cittadini di Gaza feriti, con circa 70 posti letto (Adnkronos). Lo scrive il Times of Israel, citando fonti dell'ambasciata israeliana a Washington. Inizialmente avrebbe dovuto ormeggiare al largo di Gaza, ma è troppo pericoloso. Israele ha chiesto ospedali da campo e alternative ai centri medici di Gaza, sotto i quali si nasconderebbero i centri di comando di Hamas. Uno dei principali centri di comando dell'organizzazione è ritenuto essere ubicato sotto l'ospedale di al-Shifa, che le forze armate israeliane hanno chiuso. Benjamin Netanyahu ha detto alla Nbc che Israele ha offerto carburante all'ospedale, ma che l'offerta è stata rifiutata. 

Il Servizio informazioni estero russo (Služba vnešnej razvedki, SVR) ritiene che Washington stia incoraggiando Israele ad accelerare le operazioni nella Striscia di Gaza; a Mosca sarebbero convinti che in caso di conflitto prolungato potrebbe la ricandidatura alle prossime elezioni del presidente statunitense Joe Biden e potrebbe soffrire. La notizia, pubblicata dall'agenzia di stampa Nova, precisa che secondo il Cremlino gli Stati Uniti sono consapevoli del fatto che eliminare il movimento islamico palestinese Hamas può causare un gran numero di vittime civili, un effetto della guerra che Washington "considera abbastanza accettabile. L'intelligence russa ha aggiunto che, nel promuovere l'operazione israeliana, gli USA sono riusciti ad ottenere il sostegno del Regno Unito e della Germania: "Per promuovere la loro posizione ipocrita, la squadra di Biden ha ottenuto il sostegno dei leader di Inghilterra e Germania. Insieme, intendono ostacolare le iniziative che prevedono un cessate il fuoco a Gaza". 
 
Preoccupate per le ripercussioni sulla sicurezza nazionale, le autorità israeliane hanno bloccato i siti web di un canale televisivo filo-iraniano con sede a Beirut. Il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha affermato che il gabinetto di sicurezza ha approvato misure di emergenza per impedire ad Al-Mayadeen di danneggiare la sicurezza dello Stato. Su Facebook, il Karhi ha dichiarato che "subito dopo l'approvazione del governo, questa mattina, ho firmato il primo ordine per bloccare i siti internet di Al-Mayadeen in Israele". Il ministro ha, inoltre, aggiunto che "le trasmissioni e i reporter di Al-Mayadeen sono al servizio di spregevoli organizzazioni terroristiche". Dalla sede di Al-Mayadee in Libano non è arrivato alcun commento immediato, ma il corrispondente in Israele della testata ha promesso che "rispetterà la legge". Il ministro israeliano ha anche affermato di aver chiesto al capo del comando centrale dell'esercito di applicare la stessa misura nella Cisgiordania occupata. (IT Log Defence)